Emblema della cucina mediterranea, l'olio extravergine di oliva, viene utilizzato da sempre sia come ingrediente che come condimento. Tuttavia, sussistono ancora diversi dubbi sul suo utilizzo, fra questi un dilemma atavico: meglio crudo o cotto? Una differenza sostanziale in cucina, sia per quanto riguarda il suo sapore, sia dal punto di vista nutrizionale.
L'olio EVO a crudo
In Italia la tendenza più diffusa è quella di utilizzare l'olio extravergine d'oliva per cucinare e soprattutto "spadellare", ma è a crudo che l'olio EVO presenta la massima espressione di quel suo timbro amaro-piccante e del suo apporto benefico. Ne bastano due cucchiai per condire un'insalata o esaltare un piatto di pesce o di carne: è così che l'olio sprigiona tutte le sue proprietà organolettiche e nutrizionali.
Sono, infatti, numerose le caratteristiche salutari generate dall'olio extra vergine di oliva nel nostro organismo e lo confermano decine e decine di studi internazionali effettuati nel corso degli anni.
L'olio EVO in cottura
In cottura queste proprietà si perdono: viene modificato il profilo chimico dell'olio extra vergine di oliva, le molecole di acidi grassi polinsaturi si degradano e gli altri nutrienti possono subire una sorta di declino molecolare.
Tra gli elementi antiossidanti più noti dell’olio di oliva ci sono sicuramente i polifenoli ed è scientificamente provato che il loro contenuto diminuisce ad alte temperature.
È assolutamente da evitare l'utilizzo dell'olio extravergine di oliva oltre il cosiddetto punto di fumo che è quella temperatura sopra la quale l’olio di oliva comincia a bruciare e quindi a diventare tossico.
Come esaltarne il gusto
Nell'utilizzo a crudo, abbinare l'olio extra vergine di oliva giusto ai vari tipi di piatti, consentirà di gustare al massimo tutte le sue sfumature: il nostro Olio Extra Vergine di Oliva Florido è ideale per tutti gli usi a crudo, per salse, arrosti, contorni e verdure grigliate.
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